+39 0240700463 info@gsmsolution.it
Seleziona una pagina

Innanzitutto volevo complimentarmi con le persone che hanno gestito l’evento del 26 che, nonostante le note difficoltà dovute all’ emergenza sanitaria, sono riusciti a sintetizzare gli argomenti in meno di 4 ore e, anche se ancora con un pizzico di censura, sono stati comunque menzionati dei temi che prima erano considerati dei tabù.

In particolare sono stato positivamente colpito dall’intervento del dott. Tavazzi durante il quale è stata  posta particolare attenzione su alcuni punti focali: consulenza, inclusione e soluzione personalizzata.

Forse mi esprimo in modo improprio e con presunzione, e per questo me ne scuso, ma sembra che questi concetti siano stati clonati da quello che dico da tempo, soprattutto durante gli incontri con le committenti, occasioni nelle quali ho sempre voluto differenziare le attività svolte dalle aziende artigiane come la mia e le grandi imprese che industrializzano il processo.

Naturalmente Tavazzi è riuscito ad esporli e valorizzarli meglio rispetto a quanto ho potuto fare io, e per questo lo ringrazio. Capisco il contesto Istituzionale nel quale è stato affrontato l’argomento, ma mi sarebbe piaciuto sentire il riconoscimento della paternità di tale pregio in particolar modo alle piccole imprese, considerando che si tratta di un punto di forza riconducibile a chi riesce a mettere valore aggiunto durante la consulenza con il cliente debitore offrendogli la migliore proposta e personalizzandola sulla base delle sue esigenze. Questo particolare è di difficile individuazione all’intero delle grandi del settore che industrializzano i processi e, ovviamente, per i numeri di posizioni trattate, al massimo individuano il cliente debitore tramite il numero di pratica o contratto. A differenza loro, noi piccole imprese non badiamo al tempo ed ai contatti, per questo riusciamo, anche a distanza di tempo, a ricordare il cliente debitore con il nome o ancora, per chi come me fa home collection, lo ricorda passando da un determinato luogo. Soprattutto da questo si evince il sentiment che ci coinvolge durante le trattative.

A mio parere tale caratteristica è individuabile soprattutto in quelle aziende artigianali nelle quali il management è un funzionario, spesso sminuito come “agente con la licenza”, e mi rivolgo in particolare a chi, come me, ricorda ancora, a distanza di 30 anni, il primo incasso. Credo che solo da queste esperienze può nascere quel sentimento che va ben oltre la questione venale (costo beneficio), e che permette di avere la consapevolezza di incontrare, eccezioni escluse, persone che vivono un particolare periodo della loro vita, a volte dovuto ad eventi oggettivi, è in questo momento che, valutando le condizioni economiche/sociali del singolo e senza trascurare la dignità dell’interlocutore, si può adottare la migliore soluzione sostenibile anche nel tempo.

Vi chiedo come può una grande azienda che o utilizza degli operatori esteri i quali ben poco sanno delle difficoltà del tessuto socio economico nazionale, e ancor meno delle abitudini locali, o ha già iniziato ad utilizzare l’intelligenza artificiale, fare proprie queste caratteristiche, se non che per un mero fine commerciale.

In sintesi, precisando che non vuole essere una dichiarazione di guerra, dubito che io o molti di noi, possano competere con le big del settore sia per strumenti che per metodi e competenze, ma anche che loro, subappalto escluso, possano adottare i metodi tipici della piccola azienda menzionati dal dott. Tavazzi, caratteristiche che hanno sempre differenziato un’attività artigianale da quella industriale. Ora più che mai è necessario  difendere la propria identità,